2017 - Viaggio a Chennai, Mahasivaratri, Arunachala.



Chennai, Mahasivaratri, Arunachala.

Programma del viaggio con Gordana Stojanovic

dal 20/02 al 5/03/17 Febbraio 2017


Per iscrizioni contattare per cortesia Ylenia comunicando nome/cognome, data e luogo di nascita, recapiti tel /mail, numero del passaporto (luogo di rilascio a data di scadenza)


Qui di seguito il programma del viaggio in India che propongo per Febbraio 2017.

Tutti i luoghi nominati nel programma si trovano nello stato di Tamil Nadu (Sud India )

L'intenzione principale è di conoscere Sri Vasavi Yogasram a Chennai, fondato 60 anni fa dallo Yogi Silente Sri Sri Sri Satchidananda, e praticare con D. Balaji che adesso lo gestisce e che ha passato accanto al Maestro 18 anni interi....

Considerate inoltre che 25 Febbraio sarà Mahasivaratri – La Notte di Siva - una delle più grandi festività in India, quindi per noi anche l’opportunità di vivere qualcosa di straordinario in questo Paese delle Meraviglie.

Come sapete già Siva - Il Signore dello Yoga, è la divinità fra le più venerate della mitologia induista, membro della triade divina con Brahma e Visnu.

Il più Grande fra gli Asceti nei suoi molteplici aspetti, nello stesso tempo benevoli e terrifici,Siva assume forme e epiteti diversi.

Uno di questi è l’aspetto del Danzatore Cosmico – Nataraja – che va venerato al tempio di Chidambaram

Arunachala


Per quanto riguarda invece Arunachala, la dimora di Siva, una delle pratiche più diffuse è il cammino attorno alla montagna per una distanza di circa 14 km – Giri Pradakshina“ indica l’atto di camminare attorno a un luogo sacro in direzione oraria, con la propria destra rivolta all’ oggetto di adorazione.

“Giri “ significa collina. Secondo Sri Ramana Maharishi, che ha vissuto la sua vita ai piedi del monte, “ è benefico per tutti fare il giro della collina. Non è neanche importante avere o non avere fede nella Pradakshina, esattamente come il fuoco che brucia chiunque lo tocchi, che ci creda o no, così la collina porterà beneficio a chiunque ne faccia il giro”. Si dice inoltre che la montagna esaudisce ogni desiderio

Spero che questa mia proposta sia gradita, visto che alcuni di voi me l’avevano già chiesto tante volte, e spero che vi farà piacere condividere questa esperienza.

Chiedo gentilmente a chi è interessato di farmelo sapere al più presto, poiché il numero dei partecipanti è limitato a 10 persone. Tenetevi presente che questa volta sono da sola ed è molto impegnativo organizzare un viaggio del genere!

Il programma in allegato potrebbe subire qualche variazione e/o modifica per cause che non dipendono dalla mia volontà


Per iscrizioni contattare per cortesia Ylenia zobeidee@gmail.com - comunicando nome/cognome, data e luogo di nascita, recapiti tel /mail, numero del passaporto
(luogo di rilascio a data di scadenza)

Programma del viaggio

Arrivo a Chennai è previsto per domenica 19/02 in modo di poter iniziare la pratica al Sri Vasavi Yogasram lunedi 20/02 mattina


Soggiorno a Chennai fino al 24/02 – pratica quotidiana all’asram, tempo libero per sightseeing, shopping ecc. Alloggeremo in un albergo storico e semplice, di nome “ Broadlands Lodge “


Partenza per Chidambaram o 24/02 sera oppure 25/02 mattina ( a seconda degli orari del treno, viaggio di circa 6-7 ore ) per poter assistere alla splendida cerimonia presso Siva Nataraja Temple nella Notte di Siva – Mahasivaratri 25 Febbario. 

Questo tempio dedicato al Signore della Danza / Danzatore Cosmico, che danzando crea l’Universo, è considerato uno dei più belli in India!

Domenica 26 partenza per la montagna sacra Arunachala, dove Siva si è manifestato sottoforma di una colonna di luce e fuoco. Per gli induisti questa montagna rappresenta Siva stesso, ed è per questo motivo cosi importante e sacra . Alloggeremo per una o due notti all’asram di Sri Ramana Maharishi

Ritorno a Chennai 28/02 ( viaggio di circa 3 ore in autobus ) per poter dedicare il tempo restante alla pratica yoga e altre scoperte locali.
Rientro a Milano domenica 5/03/2017

Sono disponibile ad aiutarvi e consigliarvi riguardo ai preparativi, che saranno: Ognuno organizza il proprio viaggio aereo fino a Chennai e il ritorno in Europa. Ognuno prenota il proprio Visto per l’ingresso in India. Cosa portare con se. Mi occupo di prenotare i mezzi per gli spostamenti una volta in India.

Altrettanto, prenoto i luoghi dove si alloggia dal 20 febbraio al 5 marzo. Chiedo una quota di 200 euro ad ogni partecipante all’atto dell’iscrizione al viaggio. Tale quota non verrà restituita, ma sarà usata per il mio rimborso spese - dedico del tempo per organizzare tutto il viaggio, avrò delle spese per gestire la preparazione e telefonare in India, ci sono dei compensi da dare localmente a coloro che mi aiutano nei luoghi che visiteremo, sarà l’eventuale denaro per le piccole spese per risolvere situazioni contingenti sempre presenti lungo il viaggio, e sarà il compenso da dare per favorire l’esperienze fuori dall’ordinario.

Ognuno pagherà le proprie spese di vitto ed alloggio e trasporto che non mi è possibile preventivare, ma che rimarranno comunque contenute e soprattutto del congruo valore rispetto al servizio usufruito. Per favore iscrivetevi il prima possibile per poter iniziare a prenotare gli alloggi considerando il periodo della grande festività in India

La Notte di Siva

Sivaratri significa “La Notte di Shiva”, ma anche “la notte in cui si riversa la Grazia Divina”. 

Questo perché la tradizione indiana indica che soprattutto in questa occasione l’essere umano dovrebbe adorare Siva colmo di devozione e frenesia, nella sua ipostasi di Dio Padre, per tutta la notte. Proprio in questa notte gli yogi e gli adoratori di Siva rimangono svegli, invocandoLo con tutto il cuore e con uno slancio incontenibile. Passare la notte di Sivaratri adorando riempie di Grazia Divina tutta la nostra esistenza.

L’insegnamento spirituale che ci offre la notte di Sivaratri è quello di farci nutrire solamente pensieri puri ed elevati, che ci portano prima o poi alla consapevolezza della divinità che è già in noi. Per quante cose possano possedere, gli uomini soffrono, il più delle volte per la mancanza di una pace interiore profonda, ma anche per l’assenza della benedizione della loro esistenza.

Il termine sanscrito Sivaratri ha più significati. “Ratri” viene solitamente inteso come il buio della notte. Ma Sivaratri di fatto non ha alcuna relazione con il buio, anzi con lo stato speciale di sacralità di questa notte. Ossia, il buio di questa notte viene investito da una grande Grazia Divina. 

Il motivo è dato dal fatto che nel 14mo giorno che segue il momento di Luna Piena (chiamato secondo il calendario indiano Chaturdasi) la Luna – che tra le altre cose governa la mente umana comune – si trova in un aspetto profondamente benefico nella sua relazione con il Sole.

Per questo soprattutto allora è un momento particolarmente favorevole per risentire pienamente la presenza misteriosa e salvifica di Dio Padre, che si manifesta attraverso Siva in una certa ipostasi.
Il segreto dell’intera Creazione viene simbolicamente rivelato nella descrizione tradizionale della forma di Siva.

Infatti, la semiluna sul capo di Siva simboleggia la coscienza degli esseri umani; il fiume Gange che secondo la mitologia indiana cade dalle altezze trascendenti dei Cieli sulla testa di Siva, per continuare poi, lungo i suoi capelli, fino alla Terra, simboleggia la misteriosa forza della vita universale; i serpenti che Siva porta come bracciali e come segni della Sua Potenza Divina, rappresentano gli innumerevoli esseri animati.

Lui sta seduto in un monte d’argento, e uno dei suoi amici più cari è Kubera, il Dio della Prosperità.
 


Ma anche se Siva possiede già tutto, Egli porta sempre con sé la ciotola del mendicante, per ricordarci senza sosta che qualunque possessività o attaccamento sono un ostacolo sulla via del progresso spirituale. 

Siva è completamente distaccato da qualunque cosa, e grazie a ciò Lui è diventato l’incarnazione eterna della Suprema Grazia Divina.

I tre occhi di Siva rappresentano i tre mondi (Loka). Il tridente di Siva è il simbolo del passato, del presente e del futuro (i tre aspetti del tempo) come pure del trascendere le tre qualità o tendenze (Guna): sattva, rajas e tamas, che rappresentano i riflessi specifici della Trinità della manifestazione: 


BRAHMA, VISNU e RUDRA-SIVA. 


Nella Grande Notte di Siva, MahaSivaratri – è molto importante orientare totalmente i nostri pensieri al divino. In questo modo ci distaccheremo completamente dagli oggetti e dai desideri inferiori specifici del mondo materiale, per poter trasformare profondamente la nostra coscienza.


Sivaratri è un giorno molto favorevole per tutti. Cade sempre nel quattordicesimo giorno del ciclo lunare, nel momento in cui la Luna è quasi completamente nascosta, mentre il Sole si trova nel segno dell’Acquario.


La mente individuale (manas) è intimamente associata con la Luna. Chandra (Luna in sanscrito), l’angelo misterioso che governa la Luna, è anche la divinità che governa la mente (manas). 


Egli perde ogni giorno 1/16mo della sua lucentezza, dopo il momento di Luna Piena, e continua a decrescere fino a quando, nella notte di Sivaratri, manifesta solo un sedicesimo della sua forza. 

Il momento di Luna Nuova può essere quindi associato con quello stato della mente in cui le fluttuazioni e i suoi capricci sono molto ridotte. In questa notte – Sivaratri - ci rimane solo una piccola parte da controllare, e ciò si può realizzare con l’intensa focalizzazione dell’attenzione sulla gloria imperitura della divinità


Per iscrizioni contattare per cortesia Ylenia - zobeidee@gmail.com - comunicando nome/cognome, data e luogo di nascita, recapiti tel /mail, numero del passaporto (luogo di rilascio a data di scadenza)


Grazie a tutti e per informazioni potete chiamare Gordana Stojanovic

2016 - Seminario di luglio: Dall’Errore alla Gioia






Dall’Errore alla Gioia


Seminario residenziale di yoga e meditazione aperto a tutti

dal 15 al 17 luglio 2016 Podere Campopiano Cecima (PV) 





Un intenso percorso esperienziale per osservare,comprendere e trasformare gli errori quotidiani in piacere di vivere.


La gioia è ordine, l’errore è disordine. All’interno del corpo c’è una costante, continua interazione fra ordine e disordine.


Il disordine scaturisce quando queste due realtà percettive non sono in equilibrio provocando una forte dispersione energetica nell’organismo.


Chiunque si comporta da saggio impara ad essere pienamente consapevole della presenza del disordine nel corpo e quindi si adopera per ristabilire l’ordine.


Più mettiamo energia nel sostenere un “errore”,
un modello comportamentale energeticamente squilibrato,
meno energia resta alle nostre funzioni vitali, alla “gioia”.


Senza energia vitale l’organismo non è in grado di svolgere normalmente le proprie funzioni; le persone che ne scarseggiano hanno poca resistenza nei confronti delle malattie, spesso soffrono di stanchezza cronica, hanno poca memoria, sono facilmente irritabili e quasi sempre infelici.


Per togliere una spina, bisogna usare una seconda spina.
Poi bisogna ricordarsi di buttarle tutte e due.
Sri Sri Sri Satchidananda Yogi

Saggezza di Swamiji ricordata da Magda Dumas 
estratto dal libro "Dio è Felicità"







Conduttori

Gordana Stojanovic 

Formatasi in Italia, pratica yoga da oltre 15 anni. Dal 2003 segue e propone gli insegnamenti dello Yogi Silente di Madras - Sri Sri Sri Satchidananda. Insegna regolarmente a Milano, in lingua italiana e in inglese. Pratica la meditazione Vipassana come insegnata da S.N. Goenka nella tradizione di Saygai U Ba Khin.

Sahaj Bez

Dopo una lunga esperienza professionale in psicologia della comunicazione ha approfondito gli studi di Manas Vidya, la conoscenza della mente secondo l'Ayurveda, della filosofia Sāṃkhya e delle Sacre Scienze Vediche, sia in Italia che in India. Propone da molti anni incontri di Meditazione e Consapevolezza in accordo con gli insegnamenti ricevuti dagli amati maestri che ha incontrato.

Programma del Seminario

Arrivo entro le ore 16 di Venerdi 15 luglio per prendere posto nelle stanze e conoscere il luogo

Venerdi 15 luglio

· ore 17 - Presentazione del Seminario con Gordana e Sahaj
· dalle 18 alle 19.30 - Sessione di Yoga con Gordana
· ore 20.00 - Cena

Sabato 16 luglio 

· dalle 7 alle 8.30 - Sessione di yoga con Gordana
· alle 9 - Alchimia di trasformazione del respiro di Atisha
· verso le 9.30 osservazione del respiro con Gordana
· a seguire sessione di Alchimia del respiro Atisha con Sahaj
· alle 11.00 Guru Yoga con Sahaj

· ore 12 Brunch e pausa / riposo

· alle 15 osservazione respiro 30 min. in silenzio con Gordana
· dalle 15.30 Meditazione Guidata con Sahaj
· dalle 17 alle 18,30 pratica yoga con Gordana
· segue osservazione del respiro in silenzio con Gordana
· alle 18.45 sessione di Alchimia del respiro Atisha con Sahaj

· ore 20 Cena

Domenica 17 luglio

· dalle 7 alle 8.30 lezione di yoga con Gordana -
· segue l'osservazione consapevole del respiro con Gordana
· dalle 9 alle 9.30 Alchimia del respiro di Atisha con Sahaj
· dalle 9.30 alle 10 Guru Yoga con Sahaj -
· condivisione

· ore 12.00 Brunch e pausa / riposo

· dalle 14.30 alle 16 pratica yoga con Gordana
· segue alle 16 Guru Yoga con Sahaj
· Conclusione alle 17



La quota di partecipazione e di € 250, da versare in due rate: la prima di 120 euro alla iscrizione entro il 20 luglio (in caso di rinuncia al seminario dopo questa data tale quota non verrà restituita); il saldo in arrivo nel luogo


Info e iscrizioni :

Gordana  333 2371631 - Sahaj  335 8128628

Qui Info sul luogo

Vigyan Bhairava Tantra

Circa 12.500 anni fa, com'è riportato nel "Vigyan Bhairav Tantra", una delle scritture sacre indiane, il Dio Shiva, in risposta alle domande esistenziali poste dalla moglie Devi, le suggerisce 112 tecniche di meditazione per sperimentare l'altezza del suo livello di coscienza e comprensione, offrendo così all'essere umano la possibilità di essere elevato allo stato di Dio.

Queste tecniche hanno lo scopo di dissipare i dubbi, provvedendo il sapere tramite la pratica.




Con queste 112 tecniche Shiva sintetizza tutti i metodi possibili e mostra che ogni cosa può diventare una tecnica di meditazione, se veramente comprendiamo la qualità e la dinamica della mente che è sottolineata da ognuna di esse e la applichiamo nella nostra vita quotidiana.

Questo lavoro risulta essere il più antico trattato sulle tecniche di meditazione e le loro realizzazioni.

Devi chiede:
"O Shiva, cos'è la tua realtà? Cos'è questo universo pieno di meraviglia? Cosa costituisce seme? Chi centra la ruota universale? Cos'è questa vita al di là della forma che pervade le forme? Come possiamo penetrarla pienamente, al di sopra di spazio e tempo, nomi e descrizioni? Dissipa i miei dubbi!
Shiva risponde:
1. "O radiosa, questa esperienza può albeggiare tra due respiri. Dopo che il respiro è venuto dentro e appena prima che si rivolga in su -- il beneficio.
2. Come il respiro volge dal basso verso l'alto, ed ancora come curva dall'alto verso il basso -- tramite entrambe queste svolte, realizza.
3. Oppure, ogni volta che l'inspirazione e l'espirazione si fondono, in questo istante tocca il centro privo di energia, pieno di energia.
4. Oppure, quando il respiro è tutto fuori e fermato da sé, o tutto dentro e fermato -- in tale pausa universale, il piccolo io di ognuno svanisce. Questo è difficile solo per l'impuro.
5. L'attenzione tra le sopracciglia, lascia la mente essere prima del pensiero. Lascia riempire la forma con l'essenza del respiro fino alla sommità della testa e là piovere come luce.
6. Quando in attività mondane, mantieni l'attenzione tra due respiri, e così praticando, in pochi giorni sii rinata di nuovo.
7. Con intangibile respiro nel centro della fronte, come questo raggiunge il cuore al momento del sonno, abbi direzione sui sogni e sulla morte stessa.
8. Con somma devozione, centrati sulle due giunture del respiro e conosci il conoscitore.
9. Giaci come morta. Arrabbiata in ira, stai così. Oppure fissa senza muovere una palpebra. Oppure succhia qualcosa e diventa il succhiare.
10. Mentre sei accarezzata, dolce principessa, entra nella carezza come vita eterna.
11. Ferma le porte dei sensi quando senti il solletichio di una formica. Allora.
12. Quando su di un letto od un sedile, lasciati diventare senza peso, oltre la mente.
13. Oppure, immagina i circoli di cinque colori della coda del pavone essere i tuoi cinque sensi in spazio illimitato. Ora lascia la loro bellezza sciogliersi dentro. Similmente, ad ogni punto nello spazio o su un muro -- fino a che il punto si dissolve. Allora il tuo desiderio per un altro è realizzato.
14. Poni la tua completa attenzione nel nervo, delicato come il filo di loto, nel centro della tua colonna spinale. In ciò sii trasformata.
15. Chiudendo le sette aperture della testa con le tue mani, uno spazio tra i tuoi occhi diventa onni-inclusivo.
16. Benedetta, come i sensi sono assorbiti nel cuore, raggiungi il centro del loto.
17. Incurante della mente, tieniti nel mezzo -- fino a che.
18. Osserva amorevolmente qualche oggetto. Non andare ad un altro oggetto. Qui nel mezzo dell'oggetto – la benedizione.
19. Senza supporto per piedi o mani, siedi solo sulle natiche. Improvvisamente, la centratura.
20. In un veicolo in movimento, oscillando ritmicamente, sperimenta. O in un veicolo fermo, lasciandoti dondolare in invisibili cerchi che rallentano.
21. Fora qualche parte della tua forma piena di nettare con uno spillo, e gentilmente entra nel forare e raggiungi la purezza interiore.
22. Lascia che l'attenzione sia ad un luogo dove stai vedendo un qualche avvenimento passato, e anche la tua forma, avendo perso le proprie caratteristiche presenti, è trasformata.
23. Percepisci un oggetto in fronte a te. Percepisci la mancanza di tutti gli altri oggetti tranne questo qui. Poi, lasciando da parte la percezione dell'oggetto e la percezione dell'assenza, realizza.
24. Quando sorge lo stato d'animo contro qualcuno o a favore di qualcuno, non metterlo sulla persona in questione, ma rimani centrata.
25. Appena hai l'impulso di fare qualcosa, fermati.
26. Quando arriva un desiderio, consideralo. Poi, improvvisamente, mollalo.
27. Vagabonda in giro fino ad essere esausta e poi, cadendo a terra, in questo cadere il tutto.
28. Supponi di essere gradualmente deprivata di forza e conoscenza. All'istante della deprivazione, trascendi.
29. La devozione libera.
30. Ad occhi chiusi, vedi il tuo essere interiore in dettaglio. Così vedi la tua vera natura.
31. Guarda ad una ciotola senza vederne i lati o il materiale. In pochi momenti diventa consapevole.
32. Vedi come per la prima volta una bella persona o un oggetto ordinario.
33. Semplicemente guardando nel cielo blu oltre le nubi, la serenità.
34. Ascolta mentre è impartito il supremo insegnamento mistico. Occhi fermi, senza sbattere le palpebre, subito diventa assolutamente libera.
35. Sul bordo di un pozzo profondo guarda fissamente nelle sue profondità finché -- la meraviglia.
36. Guarda a qualche oggetto, poi lentamente ritira la tua vista da esso, poi lentamente ritira il tuo pensiero da esso. Allora.
37. Devi, immagina le lettere sanscrite in queste focalizzazioni mielate di consapevolezza, prima come lettere, poi più sottilmente come suoni, poi come la più sottile sensazione. Poi, lasciandoli da parte, sii libera.
38. Bagnati nel centro del suono, come nel continuo suono di una cascata. O, mettendo le dita nelle orecchie, ascolta il suono dei suoni.
39. Intona un suono, come aum, lentamente. Come il suono entra la non-sonorità, così fai tu.
40. Nell'inizio e graduale raffinamento del suono di ogni lettera, risvegliati.
41. Mentre ascolti strumenti a corda, odi il loro suono composito centrale; così onnipresenza.
42. Intona un suono udibile, poi meno e meno udibile mentre il sentire sprofonda in questa silente armonia.
43. Con la bocca leggermente aperta, tieni la mente nel centro della lingua. O, mentre il respiro silenziosamente entra dentro, senti il suono "hh".
44. Centrati nel suono "aum" senza alcuna "a" o "m"
45. Silenziosamente intona una parola che termina in "ah". Poi nel "hh," senza sforzo, la spontaneità.
46. Fermando le orecchie premendole ed il retto contraendolo, entra il suono.
47. Entra il suono del tuo nome e, tramite questo suono, tutti i suoni.
48. All'esordio dell'unione sessuale mantieniti attenta sul fuoco all'inizio, e così continuando, evita le braci alla fine.
49. Quando in tale abbraccio i tuoi sensi sono scossi come foglie, entra questo scuotimento.
50. Persino ricordando l'unione, senza l'abbraccio, trasformazione.
51. Nel vedere gioiosamente un amico da lungo assente, permea questa gioia.
52. Quando mangi o bevi, diventa il sapore del cibo o bevanda, e sii riempita.
53. Oh occhi di loto, dolce di tatto, quando canti, vedi, gusti, sii consapevole di essere e scopri ciò che sempre vive.
54. Ovunque è trovata soddisfazione, in qualsiasi atto, realizza questo.
55. Sul punto di addormentarti, quando il sonno non è ancora arrivato e la veglia esterna svanisce, a questo punto l'essere è rivelato.
56. Le illusioni ingannano, i colori circoscrivono, persino i divisibili sono indivisibili.
57. In stati d'animo di estremo desiderio, sii indisturbata.
58. Questo cosiddetto universo appare come un gioco di destrezza, una esibizione di quadri. Per essere felice, guarda a questo così.
59. Oh amata, poni l'attenzione né sul piacere né sul dolore, ma tra questi.
60. Oggetti e desideri esistono in me come negli altri. Così accettando, lascia che siano trasformati.
61. Come le onde vengono con l'acqua e le fiamme col fuoco, così l'universale ondeggia con noi.
62. Ovunque la tua mente sta vagabondando, internamente o esternamente, in questo preciso posto, questo.
63. Quando vividamente consapevole tramite qualche senso particolare, mantieniti nella consapevolezza.
64. All'inizio di uno starnuto, durante uno spavento, in ansietà, sopra un abisso, fuggendo in battaglia, in estrema curiosità, all'insorgere della fame, al termine della fame, sii ininterrottamente consapevole.
65. La purezza di altri insegnamenti è impurità per noi. In realtà, riconosci niente come puro o impuro.
66. Sii la stessa non-stessa con l'amico quanto con lo sconosciuto, in onore e disonore.
67. Ecco la sfera del cambiamento, cambiamento, cambiamento. Tramite il cambiamento consuma il cambiamento.
68. Come una chioccia fai da mamma ai suoi pulcini, fai da mamma ad intese particolari, a faccende particolari, in realtà.
69. Poiché, in verità, schiavitù e libertà sono relative, queste parole sono solo per coloro terrorizzati dall'universo. Questo universo è un riflesso delle menti. Come vedi molti soli nell'acqua da un sole, vedi così schiavitù e liberazione.
70. Considera la tua essenza come raggi di luce da centro a centro su per le vertebre, e così eleva la "vitalità" in te.
71. O negli spazi di mezzo, senti questo come fulmine.
72. Senti il cosmo come una presenza traslucida sempre viva.
73. In estate quando vedi l'intero cielo infinitamente chiaro, entra tale chiarezza.
74. Shakti, vedi tutto lo spazio come se già assorbito nella tua testa nella brillantezza.
75. Sveglia, addormentata, sognante, riconosciti come luce.
76. Nella pioggia durante una notte nera entra quella oscurità come la forma delle forme.
77. Quando una notte di pioggia senza luna non è presente, chiudi gli occhi e trova oscurità davanti a te. Aprendo gli occhi, vedi oscurità. Così le colpe scompaiono per sempre.
78. Ovunque la tua attenzione si accende, in questo preciso punto, sperimenta.
79. Focalizzati sul fuoco che sale attraverso la tua forma, dalle dita dei piedi in su, finché il corpo brucia incenerito ma non tu.

80. Medita sulla finzione del mondo che brucia incenerito e diventa essere sopra umano.

81. Come soggettivamente, le lettere fluiscono in parole e le parole in frasi, e come, oggettivamente, i cerchi fluiscono in mondi ed i mondi in principi, trova finalmente questi convergere nel tuo essere.
82. Senti: il mio pensiero, io sono, gli organi interni -- me.
83. Prima del desiderio e prima di conoscere, come posso dire io sono? Considera. Dissolviti nella bellezza.
84. Getta da parte l'attaccamento per il corpo, realizza che io sono ovunque. Chi è ovunque è gioioso.
85. Pensando nessuna cosa renderà senza limite il sé limitato.
86. Supponi di contemplare qualcosa al di là della percezione, al di là dell'afferrare, al di là del non-essere. -- Tu.
87. Io esisto. Questo è mio. Questo è questo. Oh amata, persino in ciò conosci l'illimitato.
88. Ogni cosa è percepita tramite il conoscere. Il sé risplende nello spazio tramite il conoscere. Percepisci un essere come conoscente e conosciuto.
89. Amata, in questo momento lascia che mente, conoscere, respiro, forma, siano inclusi.
90. Toccando gli occhi come una piuma, la leggerezza tra di loro si apre nel cuore e là permea il cosmo.
91. Gentile Devi, entra la presenza eterica che pervade molto sopra e sotto la tua forma.
92. Metti il materiale mentale in una tale finezza inesprimibile sopra, sotto e nel tuo cuore.
93. Considera ogni area della tua forma presente come illimitatamente spaziosa.
94. Senti la tua sostanza, ossa, carne, sangue, saturata con l'essenza cosmica.
95. Senti le belle qualità della creatività permeare i tuoi seni e assumere delicate configurazioni.
96. Soggiorna in qualche posto interminabilmente spazioso, lontano da alberi, colline, abitazioni. Da là arriva la fine delle pressioni della mente.
97. Considera il pieno essere il tuo corpo di beatitudine.
98. In qualsiasi posizione gradualmente pervadi un'area tra le ascelle in grande pace.
99. Senti te stessa come pervadere tutte le direzioni, lontano, vicino.
100. L'apprezzamento di oggetti e soggetti è la stessa per una persona illuminata come per una non illuminata. La precedente ha una grandezza: rimane in stato d'animo soggettivo, non persa in cose.
101. Credi l'onnisciente, onnipotente, pervadere.
102. Immagina lo spirito simultaneamente dentro e attorno a te fino a che l'intero universo è spirituale.
103. Con la tua intera consapevolezza proprio all'inizio di un desiderio, di una conoscenza, conosci.
104. Oh Shakti, ogni particolare percezione è limitata, scompare in onnipotenza.
105. In verità le forme sono inseparate. Inseparati sono l'essere onnipresente e la tua forma. Realizza ciascuna come fatta di questa consapevolezza.
106. Senti la consapevolezza di ogni persona come la tua consapevolezza. Così, lasciando da parte l'interesse per sé, diventa ogni essere.
107. Questa consapevolezza esiste come ogni essere, e niente altro esiste.
108. Questa consapevolezza è lo spirito guida di ognuno. Sii questo.
109. Supponi la tua forma passiva essere una stanza vuota con muri di pelle -- vuota.
110. Graziosa, gioca. L'universo è una conchiglia vuota in cui la tua mente si diverte infinitamente.
111. Dolce di cuore, medita sul conoscere e sul non conoscere, esistere e non esistere. Poi lascia entrambi a lato di ciò che puoi essere.
112. Entra lo spazio, senza sostegno, eterno, immobile.

Sul vedānta advaita



Vidya Bharata - Edizioni I Pitagorici © Tutti i diritti riservati. 

Il Vedanta Advaita, o Vedanta Non-duale, è uno dei sei darsana (punti di vista) ortodossi della filosofia indù, conosciuto anche con il nome di Uttara-mimamsa.

Il Vedanta è costituito dalle Upanisad e, racchiudendo l'interpretazione più profonda e definitiva dei Veda quale un vero e proprio epilogo (anta), ne rappresenta sia il coronamento dottrinario che la conclusione espositiva.

I Veda - letteralmente "ciò che è stato visto" ossia realizzato dagli antichi Saggi (rsi) - sono frutto di autentica Conoscenza-realizzazione e, contenendo un preciso messaggio metafisico e quindi universale, non possono essere considerati come opere di date individualità: essi sono espressione di una vera funzione universale e raccolgono la Tradizione "udita" (sruti) che, traendo ispirazione direttamente dal Principio supremo e impersonale, è sita nella sua intrinseca unità di là da ogni distinzione storica, culturale, etnica, etc., per quanto possa palesarsi o velarsi o assumere differenti presentazioni, a seconda del grado di risveglio della coscienza umana e dell'adattamento al particolare contesto spazio-temporale.

Questa Tradizione costituisce, dunque, un'espressione di carattere universale e rappresenta il patrimonio spirituale di tutta l'umanità donde ognuno può liberamente attingere in ragione del proprio grado di maturità e di comprensione.

Così tutti i diversi rami della Tradizione, siano essi orientali od occidentali, portano a quella Verità unica che ne è il principio e la cui presa di consapevolezza risolve immediatamente la reciproca opposizione di dottrine e visioni filosofiche in apparente contrasto come, altresì, ogni sorta di questione esistenziale. In tal senso la sola Realtà è la non-dualità (advaita) la quale, in quanto tale, nulla escludendo, non possiede un "secondo", non contempla cioè un' altra" prospettiva cui contrapporsi mentre include e comprende la totalità dei possibili punti di vista costituendo essenzialmente una visone di sintesi o consapevolezza di unità assoluta totalmente trascendente.

Il Vedanta Advaita è dunque la dottrina della Non-dualità, della non-contrapposizione e dell'inclusione risolvente, quindi della "non-relazione" (asparsa): la Realtà è una vera ed unica, quindi è l'Assoluto stesso in cui si risolve qualsivoglia relatività, senza tuttavia menomarne l'essenziale e non-duale autoidentità.

Tale visione metafisica - assimilata, meditata e vissuta - porta a rimuovere la causa prima del conflitto e della sofferenza connaturati all'esistenza individuata e illusoriamente separata, causa quindi dell'ignoranza circa la natura dell'Essere - e perciò del proprio essere, indipendentemente dal particolare stato - e della conseguente proiezione di dualismo e di molteplicità contraddittoria. Se la dualità è un accidente della Non-dualità e se la sua immagine è effetto dell'illusione fondata sull'ignoranza, allora è solo attraverso la Conoscenza pura - trascendente soggetto e oggetto - che può essere dissolta lasciando splendere la Realtà qual essa è di là da come può apparire, rappresentarsi e velarsi.

In altri termini, la diversificazione e la susseguente opposizione appartengono alla sfera fenomenica (su cui verte appunto l'individuale); ma al di là del fenomeno e del noumeno, del manifestato e del non-manifestato v’è una sola ed unica Realtà priva di dualità in cui tutto è compreso e in cui tutto è compiuto. Il Vedanta intende svelare questa Realtà non-duale che è la nostra stessa ed unica essenza.

L'insegnamento dei Veda è ripartito in sezioni (khanda) ciascuna delle quali è rivolta ad un preciso stato coscienziale e quindi a un definito stadio di vita (asrama): dopo le parti dedicate agli stadi corrispondenti allo studentato (brahmacari) e alla funzione di capofamiglia (grhastha) e quella in ausilio alle pratiche degli anacoreti (vanastha), le Upanisad - o "sezione della Conoscenza" (jnanakhanda) - sono rivolte esclusivamente a coloro i quali hanno coscienzialmente abbracciato l'ultimo stadio di vita, cioè quello della rinuncia totale (samnyasa), ciò in quanto la conoscenza metafisica esige il possesso di determinate qualificazioni sia di carattere intuitivo-intellettuale che, soprattutto, di natura coscienziale: l'autentica e suprema rinuncia (parasamnyasa) s'identifica, infatti, con la Conoscenza stessa.

Tratto da: Introduzione Essenza del Vedanta di Sadananda, Edizioni Asram Vidya

Sādhana vedānta.


Ci si potrebbe chiedere quale sia la sadhana prescritta dal Vedanta, ma essa proprio perché tesa al risveglio dell'Assoluto in Sé, potrebbe apparire contraddittoria se non contrapposta, se non esaminata nella sua essenza.

La sadhana proposta nel Vedanta (e in qualsiasi ramo dell'unica tradizione metafisica universale) è quanto nel Vedanta è detto ajati vada, il percorso della non generazione.

Se esaminiamo a fondo i percorsi proposti nei diversi darshana, o negli yoga (karma, bhakti, jnana, advaita) troviamo come ogni pratica alla fine conduca (o sia un'applicazione dell') ajati vada.

L'adorazione del Divino, il namasmarana, l'hathayoga, il pranayama, etc. etc. (tranne le forme deviate o contaminate o degradate o medicali o occulte) sono semplici artifizi per "non generare più nuovi effetti", permettendo così la risoluzione dei semi causali esistenti.

Lo scienziato che osserva il mondo non può non vedere e ignorare le leggi di causalità che lo regolano in ogni minimo aspetto; pertanto gli sarà facile comprendere come l'istanza all'Assoluto può realizzarsi solo una volta che il fenomenico avrà cessato la sua autogenerazione in nomi e forme.

L'uomo di Dio che osserva il Creato non può non vedere e ignorare l'espressione della Volontà di Dio che lo regolano in ogni minimo aspetto; pertanto gli sarà facile comprendere come la fusione col Divino può realizzarsi solo dopo che egli si sarà abbandonato totalmente alla Sua Volontà e Grazia.

Questo significa ricondurre la mente empirica alla sua funzione primaria di organo catalogante e la mente noetica o cuore al riconoscimento dei flussi causali o Volontà del Divino o dharma: ajātivāda [pratica della non-generazione di nuove cause].

Premadharma 4/11/2012





Certe pratiche di autoconoscenza possono essere considerate estreme e se non ci sono le qualifiche, possono acuire ogni scissura o aspetto interiore non risolto.

"I più puri presupposti [per la liberazione] sono tre e sono dovuti all'influsso del grande Signore (mahapurusa): la nascita in un corpo umano, l'ardente volontà di liberazione (mumuksutvam), la protezione di un Saggio già realizzato."(Vivekacudamani 3)

Per vivere la propria vita, l'ente necessita di motivazioni e di conseguire le proprie priorità e non si può opporre alla vita la folle adesione a credenze quali "tutto questo non esiste", "la vita non è reale", "Tu sei Quello", "Tutto è Brahman", etc.

Sino a quando ci sono istanze che spingono verso altre priorità, la vita si svolge in tale direzione, pertanto per non trasformare le Mahavakya [grandi sentenze vediche come Tat tvam asi: Tu sei Quello] - che sono realizzazioni - in vāsanā [contenuti pronti a emergere e svilupparsi, impressioni mentali subcoscienti], occorre praticare una sadhana che preveda anche il conseguimento dei Purushartha. In questo senso esistono strumenti più adeguati nel karma yoga e nel bhakti yoga.

Da un certo punto di vista alcuni considerano l'Advaita come un cortocircuito dei cammini prescritti (karma, bhakti e jnana) nell'ambito dei vari culti, ma questo semplicemente perché ne rappresenta il naturale epilogo.

Naturale però non significa comune; è l'epilogo di una vita che segue un percorso della unica tradizione metafisica universale, il sanathana dharma o philosophia perennis o piccoli e grandi misteri.

Altrimenti i rischi di un approccio errato alla non dualità sono il qualunquismo, il nichilismo, l'autodistruzione, la depressione...

Il Vedanta e a maggior ragione l'Advaita sono cammini di realtà. Realtà quotidiana, realtà oggettiva, realtà soggettiva, realtà interiore, realtà metafisica, realtà assoluta.

Occorre affrontare la vita per com'essa si porge. Qualsiasi elemento va affrontato per l'evidenza nella sua apparenza e ivi risolto-integrato. La realtà declinata in precedenza va vissuta conformemente la "consistenza" del soggetto. E' essa stessa (la declinazione del reale) funzione del soggetto, essi sono inversamente "esistenti". Il quotidiano ha una realtà ben relativa rispetto all'Assoluto, non ha alcuna inseità, ma appare ben sostanziata per il soggetto "io" che la vive quale sistema di riferimento. Essa va pertanto vissuta come tale e non certo ignorata in nome di una Realtà assoluta nemmeno concepibile.

Per questo motivo occorre essere fortemente ancorati alla realtà quotidiana a meno che non si sia nel samnyasa e allora è già evidente il distacco.

Il Vedanta è la vita stessa, l'Advaita ne è l'epilogo, è morire da vivi. Non è da prendere alla leggera. Consiste nella distruzione consapevole di ogni vasana, nella rettificazione di ogni vrtti [modificazione nella sostanza mentale], nell'individuazione consapevole di ogni samskara [seme causale] passato, presente e futuro al fine di portarli in maturazione o elisione.

La sadhana "fai da te" o libresca va bene agli inizi, poi man mano che si va avanti occorre rettificarla secondo le proprie necessità.

Premadharma 8/3/2014

Dialogo.

R. Non confondere le istruzioni dirette date a chi si trova sul baratro del vuoto, con la visione di chi ha superato ogni vuoto.

D. Potresti fare degli esempi di chi si trova sul baratro e di chi lo ha superato? E la dimensione soggettiva, personale, quale ruolo assume nei due casi?

R. La volgarizzazione dell'insegnamento un tempo riservato agli anacoreti e poi ai monaci erranti (samnyasin) ha reso accessibili ai più informazioni riservate a chi le necessita nel momento in cui vanno applicate. La chiave la esci dalla tasca e la usi nel momento in cui devi aprire la porta, così è per certe istruzioni, praticarle vanamente a vuoto per anni non serve.

La maggioranza di queste informazioni un tempo erano mnemoniche e passate di maestro in discepolo, quale memento e traccia. C'era poi la navigazione a vista ossia le istruzioni specifiche alle conseguenze della sadhana. Molte di queste non sono state mai pubblicate e probabilmente mai lo saranno poiché vengono date verbalmente ai quei pochissimi che le necessitano, e costoro proprio perché le necessitano sono qualificati e pertanto mai le daranno sino a quando non troveranno altri che le necessitano. Il necessitarle o qualificazione è data dall'essere sull'orlo del baratro.

Oggi le informazioni disponibili concernono solo i manuali mnemonici solitamente destinati a chi non ha più alcun interesse per la vita sociale e mondana. Questo non significa che il Vedanta Advaita è destinato solo a costoro, ma che quelle pratiche descritte (asparsa vada) sono destinate solo a costoro.

L'Advaita Vedanta nel suo insieme si appoggia come sadhana all'ajātivāda (pratica della non generazione [di nuove cause]). E ajātivāda viene praticato attraverso il karmavāda (con tutte le sue accezioni nel grossolano denso, dalle posture, alle respirazioni, ai riti, ai mantra, ai suoni, etc.), il bhaktivāda, lo jnanavāda, l'asparsavāda.

Da qui le credenze sull'illusorietà del mondo, sul suo abbandono, etc.: le maggiori informazioni disponibili sono la interpretazione corrotta di insegnamenti destinati a quei pochi in grado di realizzarli.

Chi invece ha già superato ogni baratro e ogni vuoto, mostra a ciascuno il percorso più adatto (alla fine tutti sono una combinazione più o meno variata e combinata di karma, bhakti e jnana yoga) in funzione della aderenza ai diversi piani esistenziali di ciascun aspirante.

Il Vedanta Advaita si pone oltre ogni contrapposizione ed è oltremodo risibile come in molti si affannino a contrapporsi ad un qualcosa che non solo non comprendono ma non è nemmeno concepibile dalla mente empirica. E' oltre ogni contrapposizione perché la parte finale, l'asparsa vada diviene disponibile solo quando l'ajati vada viene a concludersi: i vari piani esistenziali sono stati armonizzati nella risoluzione delle causalità (attraverso i vari yoga) ed è possibile fare il salto coscienziale di pura consapevolezza.

Premadharma, Dialogo privato, 10/8/2014 

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